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Trofeo Alfredo Roventini - Vinci (FI)

1° TROFEO ALFREDO ROVENTINI
07 APRILE 2019, VINCI (FI)



Il 07 Aprile 2019 presso il Golf Resort Bellosguardo di Vinci (FI) si è svolto il primo “Trofeo A. Roventini”, una manifestazione dedicata alla memoria del prof. Alfredo Roventini, inventore della forma di allevamento dell’olivo a Vaso Policonico (come pure del monocono, vedi La ricostituzione olivicola attraverso la potatura, Estratto dai Nuovi Annali dell’Agricoltura, Roventini, 1936, . nda) sotto il Patrocinio della Scuola Potatura Olivo.

Questa “gara open” si è basata su un modello già esistente, quello di “Forbici d’oro” offrendo la possibilità a tutti di partecipare, dai principianti che hanno almeno fatto un corso base patrocinato dalla Scuola Potatura olivo diretta da Giorgio Pannelli (www.scuolapotaturaolivo.it) fino agli espertissimi già campioni nazionali.
L’afflusso di persone, 60 partecipanti , circa 220-230 in tutto comprese quelle a vedere, 140 seduti a pranzo nonostante il meteo inizialmente avverso, ha dimostrato quanto interesse ci sia per il Vaso Policonico che si conferma il modello vincente per il nostro patrimonio olivicolo nazionale (ricordiamo che in Italia abbiamo circa 1,3 milioni di ettari a olivo!, dati istat 2018, nda).
Gli iscritti, provenienti da tutta Italia e dalla Croazia, non hanno neppure chiesto se ci fossero dei premi in palio (divulgato quali fossero soltanto il giorno della manifestazione) dimostrando così un interesse reale soltanto per la manifestazione in sé, per la pianta di Olivo (simbolo della nostra cultura) e per dimostrare la propria tecnica all’esperta giuria presieduta da Giorgio Pannelli (già CRA-oli e direttore della Scuola Potatura Olivo) affiancato da Barbara Alfei (Assam e Donna dell’olio Il Magnifico 2019), Gianfranco Bonamico (già campione Nazionale Forbici d’oro), Salvatore de Angelis (Arsial Roma) e Roberto Cagnoli (Coordinatore Nazionale della Scuola Potatura Olivo, già campione di Potatura)
Il livello della manifestazione è stato volutamente di altissima difficoltà, le piante del settore A erano enormi, con forte attività vegetativa e prevedevano un grande sforzo fisico, quelle del settore B, più facili, di medio-grandi dimensioni dovevano far emergere una tecnica perfetta mentre per quelle del settore C bisognava eliminare molte dicotomie per riuscire ad ottenere una conformazione degna dei canoni proposti dal Roventini.

Ricordiamo che il Vaso Policonico semplificato si distingue dalle altre forme di allevamento perché rispetta più di tutte la fisiologia della pianta (controllo apicale su ogni branca-chioma) venendo incontro alle esigenze dell’olivicoltore, difatti un vero potatore (e non un taglialegna dalla definizione di Luigi Savastano) sa che deve eseguire i tagli corretti per facilitare la rigenerazione dei tessuti senza danneggiare quelli sani (compartimentazione), eliminare il legno “di troppo” (vedi La produzione dell’olivo può essere raddoppiata, Nizzi-Grifi, 1955) con spostamento dell’energia nutrizionale della parte legnosa verso la parte periferica della pianta (conoscenza del polimorfismo vegetativo) tenendo conto degli altri parametri specifici dell’olivo quali basitonia ed eliofilia in primis.
Applicando le regole si riesce a semplificare il tutto se abbiamo ben chiaro il lavoro da svolgere, trattandosi di effettuare la potatura di 3 piante in 30 minuti (10min./pianta) ovviamente da terra con attrezzi manuali e telescopici.
La raccomandazione è di potare annualmente e sempre meno fino al raggiungimento dell’equilibrio vegeto-produttivo ottenendo così il maggior rendimento da un oliveto con alternanza di produzione ridotta. L’emozione è stata tanta, più che una gara è stata una festa all’insegna dell’amicizia e della pace, tra i concorrenti alucuni giovanissimi (20 anni) si è distinto il sig. Giovanni Rolla di 80 anni venuto dalla Sardegna. Non ci sono stati perdenti; uno dei motti degli organizzatori si rifa alle parole di un grande personaggio della storia “Io non prdo mai: o vinco o imparo, Nelson Mandela).

Un grazie particolare a tutti i partecipanti, allo staff della Scuola Potatura Olivo che ha dimostrato un affiatamento incredibile (Renato Baiocco, Paolo Boni, Claudio Ciotti, Matteo Kovatz, Mimma Palella), all’instancabile Donatella Di Sebastiano (Assam Marche), agli sponsor della manifestazione (Enoagricola Menichetti, Pellenc, Castellari, ilrisuolatore.it, Cantine Montalbano, Az. Agr. L’aromatica), a dellolivo.it, al fotografo d’eccezione Luc Feliziani e a Nicola Ciafardini (co-organizzatore e potatore certificato della Scuola) e Mario Bianchi senza i quali tutto ciò non sarebbe avvenuto.

I primi dieci con altissimo punteggio (in sessantesimi) sono stati Tiziano Aleandri (Marche con 56,6) seguito da Armando Schiffini (Liguria con 53,5/60), Valentino Ghirardelli (Veneto con 53,1/60), Davide Diglio (Lazio con 52,5), Leonardo Natali (Lazio con 52,4), Adriano Rossi (Lazio con 51,5), Daniele Ciafardini (Toscana con 51,2, tempo 25’30’’), Francesco Basili (Umbria con 51,2), Giovanni Gazzi (Veneto con 50,8) e Alessandro Pieve (Toscana con 50).
Presto molte foto a cura di Luc Feliziani

Antonino Filippo Lonobile Vice direttore, Scuola Potatura Olivo
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Prova valutativa in campo

   Prova valutativa in campo

    Dopo aver stabilito le regole della potatura semplificata dell'Olivo allevato a Vaso Policonico da Terra si è reso necessario andare oltre i Corsi organizzati in tanti anni. Quindi una necessità e una opportunità di confronto data a tutti i partecipanti.

La Prova valutativa in campo di Potatura dell’Olivo allevato a Vaso Policonico secondo i criteri dettati dalla Scuola Potatura Olivo (metodo scientifico-pratico) rappresenta un momento di confronto a conclusione di percorsi formativi annualmente intrapresa dalla Scuola di Potatura dell’Olivo (www.scuolapotaturaolivo.it) in gran parte del territorio olivicolo nazionale. Le iniziative, a dimostrazione della diversità territoriale del settore, interessano ogni Regione con l’obiettivo di coinvolgere professionisti del settore, hobbisti, tecnici ed ogni altra tipologia di addetti, nella padronanza e nella divulgazione dei principi basilari per la corretta esecuzione della potatura.

La proposta riguarda essenzialmente la semplificazione della tecnica con rapidi ed essenziali interventi annualmente eseguiti senza penalizzare il potenziale produttivo degli alberi ed anche riducendo i tempi di lavoro. Le operazioni potranno essere eseguite direttamente da terra grazie all’ampia ed innovativa gamma di attrezzature manuali, elettriche e pneumatiche dotate di prolunga telescopica che consentono di evitare l’uso delle scale causa fonte, spesso, di gravi infortuni sul lavoro.

LA PROVA VALUTATIVA IN CAMPO RAPPRESENTA L'ESAME CONCLUSIVO PER L'OTTENIMENTO ALL'ABILITAZIONE DI POTATORE CERTIFICATO


Divulgazione Corsi di Formazione dal 1990 a cura di Giorgio Pannelli

    Nelle diverse edizioni delle prove valutative in campo si è instaurato un confronto fra olivicoltori e tecnici per affermare e divulgare i principi fondamentali che devono essere adottati per una equilibrata potatura delle piante. Una opportunità che si rinnova in diversi appuntamenti nell'arco dell'anno, e tutt'ora assume, un ruolo di momento catalizzatore per affinare ulteriormente la tecnica della potatura e le proprie esperienze.
Con la SCUOLA POTATURA OLIVO si ha un vero e proprio esame, valutato da giudici preparati dalla stessa Scuola, aggiornati e sempre pronti a migliorarsi (vengono organizzate giornate appositamente dedicate agli allineamenti degli stessi). Ogni Esame in campo ha come valutatori il presidente di Giuria (necessariamente un Formatore della Scuola) e almeno due Giudici/Maestri, sempre e soltanto appartenenti alla Scuola.


Il Trofeo Roventini dedicato al fu prof. Roventini ideatore della forma di allevamento proferita dalla Scuola

    Regole della Prova Valutativa in Campo

a) Ogni partecipante alla prova dovrà dotarsi di attrezzatura propria per l’esecuzione dei tagli.
b) È ammessa solo attrezzatura manuale (forbici, seghetto e svettatoio. Non è permesso l’uso di altra attrezzatura agevolata da dispositivi elettrici, pneumatici o a motore). La potatura avverrà con operazioni effettuate da terra.

Prova richiesta: potatura di produzione/riforma a Vaso Policonico.
Ogni partecipante dovrà operare su tre piante adulte in un tempo massimo di 30 minuti (10 minuti per pianta).
La prova è valutata da una Giuria presieduta da un formatore e da giudici della Scuola di Potatura Olivo.

Parametri valutati dalla Giuria sui quali verrà stilata la Classifica finale
                    1. Conformazione della cima (punteggio da 0 a 4)
                    2. Equilibrio tra le branche primarie (punteggio da 0 a 4)
                    3. Numero e disposizione delle branche secondarie (punteggio da 0 a 4)
                    4. Equilibrio vegeto-produttivo (punteggio da 0 a 4)
                    5. Rispondenza alla conformazione ideale (punteggio da 0 a 4)

Punteggio massimo per pianta è 20/20

    La prova rappresenta un momento di confronto di elevato livello fra "cultori della potatura".
    Una partecipazione, quindi, di elevata professionalità con livello tecnico che in questi ultimissimi anni si è elevato esponenzialmente (testimonianza di un percorso non sempre facile) . Ogni partecipante non è soltanto colto in materia di potatura ma ha ben presente quali sono le esigenze fisiologiche della pianta che deve gestire. Questo innalzamento culturale, essenzialmente dovuto ai corsi costantemente aggiornati alle nuove esigenze di un "pianeta che cambia", fa del futuro potatore certificato un professionista serio e attento non soltanto nello specifico ambito dell'olivo ma dell'oliveto inserito nel territorio.
    I risultati ottenuti, da ritenere positivi, richiedono però ulteriori azioni rivolte a divulgare "l’arte della potatura" con l’istituzione dei suddetti corsi la cui didattica teorica e pratica deve avere una sua continuità nel tempo e non limitata al solo periodo formativo.

    Ecco perché la Scuola Potatura Olivo offre un iter formativo serio articolato in tre punti:
a) partecipazione al Corso Base
b)partecipazione al Corso avanzato
c)Esame valutativo (prova) in campo: requisito minimo è l'ottenimento di un punteggio minimo di 45/60, vedi sezione dedicata).
Al termine si potrà richiedere gratuitamente e per sempre l'iscrizione all'elenco nazionale dei Potatori certificati.


Momenti di Prova in Campo

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Potatura da terra

    Il Vaso Policonico: Potatura da Terra. perché?

    Anni di esperienze in campo in tutte le parti d'Italia, articoli su riviste scientifiche e riviste divulgative hanno dato risultati così soddisfacenti da poter confermare la reale efficacia di questa metodologia tanto voluta dal Roventini (prof. Alfredo Roventini) e divulgata in seguito dai suoi illustri colleghi come Tonini, Marinucci, Morettini e oggi più che mai dalla Scuola di Potatura Olivo.

    Oggi chi pratica questo tipo di allevamento non torna più indietro. Le prove concrete lo dimostrano, ma c'è di più, la POTATURA si effettua da TERRA.

    POTATURA DA TERRA, perché? Se ci soffermiamo sulla forma spiegata sinteticamente nella sezione dedicata ci accorgeremo subito che una pianta che ha assunto la forma del vaso policonico risulterà gestibile con attrezzi telescopici operando da terra.

L'abbandono della scala oggigiorno è un doveroso passo da affrontare per ogni operatore, professionista o amatore, perché livello di qualità lavorativa e sicurezza stanno alla base di tutto ciò; non saremo più soggetti a pericoli di caduta o obbligati a munirci di Modulo B (cfr. legge sulla sicurezza). In secondo luogo per motivi economici. La potatura da terra consente di ridurre drasticamente il tempo di potatura operatore/pianta e di facilitare la raccolta: ambedue, potatura e raccolta, saranno effettuati da terra. Si capisce così il risparmio in termini economici della gestione di un oliveto.

Perché basta con la scala? la scala è un oggetto obsoleto che è sempre stato utilizzato dai nostri nonni, un'abitudine strettamente legata alle tipologie sbagliate di potatura e di raccolta.

Perché basta con la scala? sono proprio le diverse forme di allevamento che non tenendo conto della fisiologia della pianta (e quindi del suo equilibrio vegeto-produttivo) danno crescita abnorme e "indisciplinata" della chioma e dell'apice della pianta; quest'ultima (la pianta) tenta di creare delle cime per andare a cercare ciò di cui più necessita: la LUCE - come ogni altra pianta anche l'olivo, e l'olivo più di tutte, vuol andare in alto -.


Una fase di Esame di Potatura esclusivamente da terra



Altra fase di Esame di Potatura

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Elenco Formatori

Formatori docenti

- Il Formatore ha superato a) un esame teorico b) una tesi aggiornata (attualità) alle necessità dell'olivicoltura moderna, intesa come recupero, mantenimento e rispetto del territorio nazionale c) un esame pratico su piante di diverse tipologie a discrezione della Commisione d'esame, oltre a possedere il curriculum necessario alla qualifica in oggetto.
- Soltanto i Formatori in elenco possono presiedere, oltre al direttore e al vice direttore, un corso valido per l'iter formativo della Scuola (corso base e corso avanzato).
- I formatori sono gli unici a cui è concesso l'utilizzo del Logo per documenti validi per i percorsi formativi della Scuola.

ELENCO IN ORDINE ALFABETICO

Barbara Alfei cell. 347.5326487 baby.alfei288[@]gmail.com
Raffaele Antonello cell. 349.5837161 raffaele.antonello[@]gmail.com

Antonino Filippo Lonobile

Vice-direttore - cell. 328.4170734 mail. info[@]scuolapotaturaolivo.it

Giorgio Pannelli

Direttore della Scuola info[@]scuolapotaturaolivo.it

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Le regole della Potatura

Come potare un olivo. Le regole della potatura da terra a Vaso Policonico


    La forma di allevamento più aderente alle necessità dell'olivicoltura italiana è certamente quella del vaso policonico, resa, però, aderente alle attuali necessità agronomiche, economiche e sociali. La parola d'ordine oggi deve essere potatura agevolata e semplificata. Occorre quindi smettere di utilizzare le scale, cercando di limitare al massimo il costo dell’intervento.

    L’olivo può ritenersi una specie molto plastica che si adatta a numerosi modelli di gestione della chioma, ma con risultati produttivi soggetti a notevole variabilità in funzione del grado di soddisfazione dalle sue naturali esigenze fisiologiche. Gli alberi assicurano sempre una benché minima quantità di prodotto, ma le reali potenzialità produttive restano spesso nascoste. La plasticità, ritenuta una vantaggiosa prerogativa della specie rappresenta, invece, il suo principale problema poiché non lascia percepire al produttore la perdita di produzione che si verifica quando le piante sono disturbate nel loro naturale comportamento da condizioni di coltivazione deroganti dalle ideali.

    La potatura dell’olivo ha mutato nei secoli i suoi connotati seguendo di pari passo il mutare degli indirizzi sulle forme di allevamento delle piante, insieme a quello delle esigenze agronomiche, economiche e sociali del comparto. Dalla fine dell’Ottocento fino ai primi decenni del Novecento l’unica proposta di allevamento dell’olivo era il “vaso dicotomico”, dove le originarie 3-4 branche primarie subivano ripetute cimature per stimolare varie divisioni dicotomiche, per agevolare “l’appoggiata” delle scale con cui gli agricoltori dell’epoca operavano diffusamente. In tal modo, però, le piante tendevano ad una progressiva affermazione della porzione superiore di chioma a discapito di quella inferiore, per cui si rendeva necessaria una periodica “stroncatura” della struttura primaria (acefalia), con l’intenzione di rinvigorire la porzione inferiore di chioma. L’intervento, per quanto rovinoso e dispendioso sia per l’albero che per l’impresa per almeno 2-3 anni, era all’epoca comunemente praticato anche per soddisfare i bisogni energetici (legna) della famiglia contadina.

    Un primo sostanziale contributo al progresso del settore avvenne tra il 1920 ed il ’30, quando subentrò una nuova scuola di pensiero con la quale si suggeriva di rinunciare alla dicotomia per realizzare una nuova forma di allevamento denominata “vaso policonico”, secondo cui la chioma poteva sviluppare fino all’altezza desiderata, ma su di un solo germoglio “lussureggiante” per ognuna delle originarie 3-4 branche primarie (Marinucci M., 1933; Roventini, 1936; Tonini, 1929). La chioma appariva formata da altrettanti coni inclinati di 30-45° circa e vuoti internamente, uniti per la base ma separati nettamente al vertice, in modo tale da assegnare ad ognuno di essi la “funzione di cima”. Così facendo le piante evitavano l’affermazione della porzione superiore di chioma ed esprimevano pienamente il potenziale produttivo nella porzione inferiore, ricca di branche secondarie pienamente funzionali e rinnovabili.

    Un secondo essenziale contributo al progresso del settore fu reso disponibile dalle esperienze di Morettini (1955 e 1964) condotte durante il periodo 1941-’54 in provincia di Firenze su piante delle due cultivar Frantoio e Moraiolo e nel corso del periodo 1949-’62 in provincia di Viterbo su piante della cultivar Canino. In entrambe le occasioni furono effettuate osservazioni sulla quantità di prodotto, sulla resa in olio, sulle spese per la potatura e la raccolta e sulla statura di piante, in parte sottoposte a razionale potatura annuale ed in parte non potate. I risultati consentirono di affermare che con la potatura annuale non si incrementa durevolmente la produttività complessiva dell’olivo e non si modifica sostanzialmente l’andamento dell’alternanza, dipendendo la fruttificazione da un complesso di fattori pedoclimatici e dall’azione esercitata dalle pratiche colturali, che concorrono a potenziare lo stato nutrizionale dell’albero ed a regolare la fruttificazione. Ciò nonostante, la potatura annuale fu ritenuta una pratica di indubbia utilità dal punto di vista economico, in considerazione delle notevoli, minori spese richieste per la raccolta delle olive le quali, già allora, incidevano in modo sempre più rilevante sull’economia dell’oliveto. Per un miglioramento produttivo si suggeriva, però, di associare alla potatura annuale la razionale applicazione delle altre pratiche colturali.

    Anche alla luce delle attuali, migliorate conoscenze di fisiologia vegetale tutti i suddetti insegnamenti sono confermati, con particolare riferimento alla opportunità di soddisfare il naturale desiderio di sviluppo della chioma e di salvaguardare una benché minima parte della sua porzione apicale. La prima necessità deriva dal rapporto chioma/radici che, dovendo produrre un risultato tendenzialmente stabile, consente di condizionare gli equilibri tra attività vegetativa e produttiva. Nel secondo caso le piante esercitano il fenomeno fisiologico della dominanza apicale mediante il quale le foglie e le gemme apicali regolano l’entità della crescita, l’angolo d’inserzione, il numero e la lunghezza dei rami e delle branche determinando, nel complesso, le dimensioni e la forma dell’albero.

    La forma di allevamento suggerita per la realizzazione della nuova olivicoltura e per la ristrutturazione di quella tradizionale nel rispetto della naturale conformazione della chioma dell’olivo è quella a vaso policonico resa, però, aderente alle attuali necessità agronomiche, economiche e sociali da rapidi interventi cesori eseguiti da terra con attrezzatura eventualmente prolungabile (potatura agevolata), su una struttura legnosa limitata all’essenziale (potatura semplificata) e con interventi solo sostanziali e prioritari. A tale forma si riconosce il merito di assecondare per decenni le suddette necessità fisiologiche, di consentire l’intercettazione di una elevata quantità di energia radiante mediante esposizione alla luce delle foglie e della superficie fruttificante, di presentarsi compatibile con le esigenze dei sistemi di raccolta sia con pettini agevolatori che meccanica con vibratori del tronco. Questa versatilità deriva dalla possibilità di modificare la forma dell’albero da un cilindro basso e largo ad uno stretto ed alto, semplicemente orientando diversamente le branche e/o le cime, senza incidere sullo sviluppo volumetrico della chioma.


Il preziosissimo Volume "Olivicoltura", di A. Morettini (1950)
è ancora attualissimo al giorno d'oggi

    Turni e metodi di potatura dovranno essere scelti in base alla necessità di conservare la condizione di equilibrio tra attività produttiva e vegetativa, da cui emerge l’opportunità di brevi ma costanti interventi manuali volti a prevenire l’insorgenza di processi degenerativi dalla forma ideale. Interventi periodici consentono, infatti, l’affermazione di vigorose formazioni vegetative sia sulla struttura primaria che nella zona prossimale delle branche secondarie che, oltre a comportare maggiori oneri per la successiva eliminazione, incidono negativamente sulla ricerca del miglior equilibrio sottraendo risorse alle formazioni vegetative e produttive di reale interesse. Le operazioni di potatura su olivo allevato correttamente a vaso policonico “semplificato” andrebbero eseguite, quindi, secondo priorità e tempi assegnati, in modo tale da salvaguardare le potenzialità produttive degli alberi e limitare i costi al minimo indispensabile. In tal modo l’alternanza produttiva tenderà a limitarsi a quella indotta da insormontabili cause ambientali ed anche l’annosa disputa sull’opportunità di modificare l’intensità degli interventi cesori in funzione dell’annata di carica/scarica non avrà più ragione di esistere.
L’olivicoltura dovrebbe essere gestita come la frutticoltura, dove la potatura annuale non è mai stata messa in discussione e dove gli interventi sono rispettosi delle esigenze della specie e del produttore. Nella pratica olivicola, invece, si assiste a numerose deroghe dagli interventi ideali, prevedendo varia turnazione negli anni, vari livelli di intensità di taglio e, recentemente, anche l’impiego di macchine per il taglio indiscriminato di porzioni periferiche di chioma. In ogni caso, l’alternativa che si intende praticare dovrebbe essere comparata con una rapida potatura annuale su piante allevate a vaso policonico semplificato, ma anche con testimoni da tempo non potati, sulla base dei costi diretti di potatura e raccolta e di quelli indiretti per mancata produzione in piante squilibrate in senso vegetativo.

In ogni caso, come già evidenziato dal Morettini, la potatura deve essere considerata una pratica a disposizione dell'olivicoltore per completare una tecnica colturale già elevata in tutti i suoi aspetti. Con una corretta potatura si dovrebbe provvedere a:

1) definire gli obiettivi agronomici e tecnologici da perseguire;
2) ricercare il miglior equilibrio tra attività vegetativa e produttiva;
3) ridurre al minimo indispensabile la struttura legnosa che, al termine delle operazioni di potatura, dovrebbe risultare quasi invisibile perché assente nella porzione superiore di chioma e nascosta dalla vegetazione secondaria in quella inferiore;
4) salvaguardare la regolarità della forma con interventi prioritari eseguiti procedendo dall’alto verso il basso;
5) rinnovare la vegetazione fruttificante con decisi interventi di selezione tra le branche secondarie o terziarie, quando necessario;
6) trascurare gli interventi meno determinanti;
7) operare da terra con attrezzatura agevolatrice (sia manuale che meccanica) e con tempi di intervento prefissati.

    Occorre quindi smettere di utilizzare le scale per la potatura (ed anche per la raccolta), cercando di limitare al massimo il costo dell’intervento. Le operazioni eseguite da terra, oltre al superamento dei numerosi problemi di sicurezza del lavoro (nel caso si raccomando l’uso di un casco con visiera), consente di abbreviare tempi e costi dell’intervento, migliorando anche la qualità del lavoro per una migliore visibilità dell’albero.

Al termine di queste brevi considerazioni, ed a dimostrazione di quanto tempo e quante occasioni sono state sprecate negli ultimi decenni, ci piace ricordare quanto sinteticamente descritto da Nizzi Grifi (1955) a conclusione di un lungo ed articolato percorso di sperimentazione e divulgazione sulla potatura dell’olivo che vide la partecipazione ed il coinvolgimento di tutte le allora maggiori competenze scientifiche e tecniche. L’Autore ritenne la miglior forma per l’olivo quella policonica, ideata ed attuata dal Roventini in Toscana e dal Tonini in Umbria. “A quella bisogna arrivare se si vuole coltivare l’olivo con concetti di razionalità e con il fine di una elevata produttività. Occorre quindi una potatura di riforma degli olivi allevati a vaso dicotomico, senza mezze misure o compromessi che porterebbero a tornare sulla stessa pianta ed a formare dopo 2 o 3 anni vuoti che meno facilmente si riempirebbero di frasca. Meglio riformare a fondo 100 olivi che riformarne 150 a mezzo per salvare qualche mezza branca allo scopo di guadagnare un po’ di olive”.

Le regole secondo Nizzi Grifi (1955)

  • Occorre abituarsi a ragionare con la pianta perché è sempre la pianta il miglior consigliere ed il più chiaro suggeritore
  • Ogni anno la potatura dell'olivo dovrebbe consistere nella precisazione delle punte e nel taglio della vecchia frasca a frutto (taglio dal di sotto), ove necessario
  • Nell'olivo non si deve mai spuntare né biforcare. Questo è tutto e non è molto. Non si richiede più tempo, pur ripassando tutte le piante, perché i tagli sono pochi e decisi
  • Non c'è, ne ci deve essere uno "sforbicciacchiamento" minuto della frasca e quindi il lavoro, una volta che le piante siano state portate alla loro chioma, è celere
  • Di legno grosso meno ce n'è e meglio è. Basta quel tanto che è necessario per portare la massima quantità di frasca e non di più

Da allora nessuna nuova iniziativa formativa organica è stata più intrapresa sulla potatura dell’olivo, mentre sono rapidamente e miseramente fallite tutte le proposte di coltivazione, allevamento e potatura “miracolose” nel frattempo formulate. Il risultato è che in vaste aree olivicole la potatura, quando praticata, viene eseguita con tecniche irrazionali ed anche nelle aree interessate dai suddetti percorsi formativi si assiste ad un regresso colturale e culturale con il ritorno alla “acefalia”. Il futuro agronomico della olivicoltura nazionale non sarà certo nelle ennesime proposte “miracolose” di cui tuttora si legge diffusamente , ma in una organica proposta formativa compatibile con le caratteristiche strutturali e produttive del settore, così come illustrate in (05 ottobre 2013 in Strettamente Tecnico > L'arca olearia).
Il campionato nazionale di potatura dell’olivo allevato a vaso policonico, preceduto da numerose selezioni regionali, a loro volta precedute da attività formativa, va proprio in questa direzione, intendendo ripristinare percorsi formativi in collaborazione con locali Istituzioni ed Associazioni professionali e, particolarmente, con i diretti interessati.

Bibliografia
Nizzi Grifi L., 1955. La produzione dell’olivo può essere raddoppiata. Ed. Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura, Firenze: 56 pgg.
Roventini A., 1936. La ricostituzione olivicola attraverso la potatura. Nuovi Annali dell’Agricoltura. Anno XVI, n. 3: 213-225.
Tonini S., 1929. Potatura dell’olivo. Ed. Tipografia Perugina, Perugia: 18 pgg.
Marinucci M., 1933. La potatura dell’olivo e la “funzione di cima”. Estratto da “Atti XI Congresso Internazionale di Olivicoltura”. Lisbona 26 novembre-1 dicembre: 12 pgg.
Morettini A, 1955. La potatura dell’olivo secondo un’esperienza quindicennale. L’Italia Agricola, 8: 95-115.
Morettini A., 1964. La potatura dell’olivo. Influenza sulla produzione e sul fenomeno dell’alternanza. L’Italia Agricola, 2: 119-134.

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